Lucio Battisti La Nuova America, youtube mp3 indir

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Lucio Battisti - La nuova America

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Musica: Lucio Battisti
Testo: Mogol
Data di pubblicazione: Dicembre 1974

Sono in tutto sei o sette versi, nessuno dei quali conta più di tre parole, eppure, in questa manciata di versi, Mogol riesce a trasfigurare la sua poetica in pura essenza e pura musicalità. Una soluzione di grande raffinatezza che viene incontro alle esigenze di Lucio Battisti senza dover eliminare del tutto l'elemento vocale, ovvero quello, dopotutto, al quale il pubblico associa il musicista. Qui, strumenti distorti fino al parossismo ed elementi elettronici incontrano, ancora una volta, sonorità tradizionali e radicate, ma a una maniera del tutto peculiare, a dar vita a una canzone al di fuori degli stessi schemi di "Anima Latina", già di per sé opera poco incline a rimanere entro qualsivoglia modello predefinito. A portare l'insieme alla catarsi sono dei fiati elettrizzanti e carichi, lanciati dallo squillo di una tromba, tesi sulle corde di una chitarra o addolciti dal fischio d'un flauto; ma a definire la parte centrale di questa breve canzone sono proprio i versi di Mogol, effettati e resi da Battisti una sorta di dialogo tra echi lontanissimi, uno acuto, l'altro baritono, un altro ancora semplicemente... Lucio. I cori sono di Alberto Radius e Mario Lavezzi, già presenti fra le note di "Due Mondi". Uno invoca "la nuova America", tre volte, l'altro chiede "dov'è?", e infine, il cantante risponde "Io voglio vivere. Adesso, subito. Anche con te". E questo è tutto: pura essenza, spesso volutamente poco comprensibile, più suono che parola. Eppure, questa sintesi estrema ha in sé i semi di un'evoluzione poetica a tutto tondo, poetica che affonda le sue radici nell'ermetismo novecentesco e che arriva fino ad oggi, a definire un'elettronica contemporanea fatta di pochissimi versi esemplificativi d'un concetto più ampio, impresso a forza nell'ascoltatore dal martellare ripetitivo e ipnotico della musica. Anche in questo caso, pochi versi racchiudono un significato più vasto, e "La Nuova America" diviene sia sogno che luogo reale, ideale collettivo e meta personale. È un' America dell' Anima e della gente che si contrappone a quella dei consumi e delle macchine, un' America un po' più a sud di quella che solitamente propone la televisione, ma è anche luogo dello spirito, rifugio per il corpo e per la mente di cui Battisti, o meglio, Rapetti, invita noi tutti a fare parte. A questo momento di enorme richiamo evocativo, delineato da un Mogol mai così minimalista ed elegante, fa da cornice l'incredibile orchestrazione di Battisti, finalmente libero da quella "concessione" cui il suo ruolo di musicista popolare l'obbligava.